PAUSA NAZIONALI… COMMENTIAMO IL CAMPIONATO – Serie A 2023/24

C’è una squadra al comando, che comanda in gioco, prestazioni e consapevolezza. È quest’ultima qualità a fare la differenza: l’Inter sa di essere forte; la finale di Champions della scorsa stagione, lottata ad armi pari contro il ben più quotato City di Guardiola ha dato statura, levatura, fierezza alla squadra di Inzaghi, che gioca a ritmi alti, che è sempre ben messa in campo, che ha giocatori che si cercano e si trovano, che non corrono a caso, ma con cognizione.

Dietro, in seconda posizione, c’è una squadra che lotta per salvarsi ma che, con furbizia e saggezza, si trova a sole due lunghezza dalla testa del campionato. I 2 punti sono veritieri in termini di risultati (ci mancherebbe, la matematica non è un’opinione!) e concretezza, falsi in termini di gioco: la Juventus gioca come una squadra di bassa classifica, ma con la fase difensiva di una big. Difendono tutti dietro la linea della palla, i giocatori di Allegri, ostruendo ogni spiraglio di luce e arrivando su ogni pallone prima, e meglio, degli avversari. Segnano in contropiede, o nei calci piazzati, quelle occasioni, appunto, dove anche una piccola può organizzare e preparare – e quindi sperare – un gol. Allegri ha portato alle estreme conseguenze la sua idea di (anti)calcio. È un’estremista. Un tifoso la vede vincere ed è felice (non lo so, lo immagino), ma che inno alla bruttezza! In ambiti artistici qualcuno dice che anche la lode del brutto sia Arte. Quindi ci azzardiamo nell’affermare che anche in ambito calcistico quello proposto da questa Juventus sia calcio.

Poi c’è un po’ il vuoto: più che il vuoto, c’è la poca costanza, la fragilità psicologica e muscolare del Milan. Che si fa rimontare in partite dove ha dominato per lunghi tratti (Napoli e Lecce), che si dimentica di scendere in campo (Udinese), e che ha un’intera seconda squadra in infermeria. Se si giocasse lì il campionato, sarebbe primo incontrastato. Sono problemi di un certo peso che gravano sulla tenuta della squadra e su quella di Pioli in panchina. Quando gioca a pallone, non gioca male il Milan; il problema è quando si dimentica di farlo. O quando giocano gli altri, che occupano l’altra metà di campo.

Il Napoli ha fatto quello che ha fatto nella scorsa stagione per meriti di Spalletti, che è un grande tecnico praticamente da sempre e in ogni panchina si sia seduto. Ha trasformato giocatori normali in grandi giocatori, facendoli rendere al di là delle loro possibilità. È ovvio che con qualsiasi altro allenatore inferiore per qualità a Spalletti avresti pagato il conto. Ma forse, finora, è stato oltremodo salato. A Garcia era richiesto né più né meno di ibernare e mantenere intatti i dettami di gioco del tecnico toscano, cioè quello che fece Allegri prendendo la Juve di Conte. E invece ha voluto fare il fenomeno. E così, da quello che si dice, non mangerà il panettone.

A distanza di giornate di campionato dall’articolo precedentemente scritto dal sottoscritto, si reggono come bellissime realtà Bologna e Monza, allenate dai due migliori tecnici del nostro campionato (escludendo Inzaghi). Quadrate, pensate bene e messe in condizioni di rendere sempre al massimo delle proprie possibilità, e spesso arginando, se non aggirando, i limiti tecnici di rosa. Insomma, tutto quello che ci si aspetta da un bravo allenatore.

Le romane si raccontano dal derby giocato domenica scorsa. Vaghe, inconsistenti, da prendere poco sul serio perché sono le prime a non credere veramente in qualcosa: che intenzioni hanno? Oltre che lamentarsi di calendari, arbitri e campi da gioco. Cioè, qual è l’obiettivo? Arrivare tra le prime quattro? O passare inosservate? “Mi si nota di più se vengo e sto in disparte, o se non vengo per niente?”.

La Fiorentina è un po’ la solita: alterna grandi prestazioni ad altre senza nessuna coerenza logica. Italiano deve trovare l’equilibrio se vuol far sognare in grande il popolo Viola. Come? Aggiustando la fase di non possesso.

L’Atalanta paga un’Europa condotta a vele spiegate. In campionato è spesso affaticata e scarica di energie.

Piace il Frosinone che ha tutti i punti che merita e che ne avrebbe potuti avere anche più se non avesse gettato al vento partite clamorose.

Stagnanti il Lecce, l’Empoli, il Torino, il Sassuolo. In leggera ripresa la Salernitana e il Cagliari. Da vedere ancora l’Udinese sotto Cioffi, che fino ad oggi è sembrato tanto fumo e niente arrosto. Con le cose sotto controllo il Genoa. Male il Verona, ad oggi la squadra peggiore di tutto il torneo.

Lascia un commento